The Real Thing, una porta spalancata sull'oceano

 

La cosa reale di E. Hopper

La cosa reale di E. Hopper

L’interno di una casa, una porta spalancata sull’oceano.
Il primo impatto è piacevole, induce a pensare all’estate, alle vacanze, a togliersi i  vestiti e prendere la rincorsa per un gran bel tuffo.
Eppure non ci sembra di sentire il rumore delle onde, né di percepire il profumo del mare, tutto è avvolto dal silenzio.

Andiamo più a fondo. Se ci trasportiamo nel dipinto ci troviamo davanti ad una parete bianca che ci separa dal salotto, in uno spazio reale ma con qualcosa di metafisico che ci trasmette inquietudine.

I nostri piedi solcano una luce raggiante che proviene dall’esterno e che entra dalla nostra destra attraverso questa porta spalancata su un mare di possibilità o sulla più totale solitudine?
Come se quelle acque ci separassero dal mondo esterno, dagli altri e fossimo costretti a restare da soli con noi stessi, coi pensieri, le domande, le paure che affollano la nostra mente.
E’ come se il confine del quadro fosse labile, come se ci rimandasse a qualcosa che non vediamo concretamente ma che possiamo soltanto immaginare.

Autoritratto (1906)  Whitney Museum of American Art

Autoritratto (1906) Whitney Museum of American Art

L’artista di questo suggestivo dipinto The real thing (La cosa reale) è Edward Hopper (1882-1967) considerato il migliore pittore realista americano del XX secolo.

Il pittore Charles Burchfield  in un articolo scrisse: "Hopper. Il percorso di una poesia silenziosa".

Lo stile di quest’artista  è davvero molto personale, con taglio fotografico, brillante nell’immortalare l’attimo nelle scene di vita statunitense contemporanea.

Charles Burchfield (1893-1967), Pittore Americano

Charles Burchfield (1893-1967), Pittore Americano

Il Realismo americano è da collocare dopo la Prima guerra mondiale quando gli USA optarono per una posizione di distacco dal resto del mondo, adottando un atteggiamento  restrittivo verso l’immigrazione. Questo isolamento si manifestò per molti decenni anche nell’arte americana che restò distante dalle avanguardie europee. L’era degli anni Venti definiti gli “anni ruggenti”, è stata caratterizzata dall’euforia, dall’esaltazione  del jazz e del cinema, stroncata dalla grande crisi economica del 1929. In questo clima di difficoltà anche l’arte viene influenzata, specie con la Federal Art Projiect, la legge che convenzionò centinaia di artisti affinché documentassero in modo efficiente la condizione statunitense.

Nacque, così, un'arte abile ad offrire la vera immagine delle cose, senza tralasciare l’espressione del disagio, la critica verso la società o la malinconia che l’avvolge. Diversi artisti americani hanno scelto di rappresentare le forme del mondo industriale e delle metropoli, variando tra critica e ottimismo. Altri, invece, mostravano nostalgia per il passato.