Jean Rhys pseudonimo di Ella Gwendolen Rees Williams (1890 –1979), è stata una scrittrice britannica di origini caraibiche attiva nella metà del Novecento, che decise di scrivere Wide Sargasso Sea ovvero Il grande mare dei Sargassi dopo che il suo II marito le fece leggere Jane Eyre di Charlotte Bronte.

Rimase annoiata da questa lettura perché pensò “ è solo un lato, quello inglese!” mentre è interessante come la Rhys scelga di parlare e sviluppare la storia di un personaggio marginale della trama, ovvero di Antoinette, la moglie pazza e creola del marchese Rochester, l’uomo che poi la Eyre sposerà.  E’ una riscrittura che non ha niente a che fare col testo di partenza, perché il punto di vista si focalizza sulla donna creola.

La scrittrice intende raccontare la vita di tale personaggio perché si sente molto vicino a lei, in quanto hanno le stesse origini e quindi capisce le difficoltà che la donna ha dovuto affrontare per sentirsi accettata dalla società.

La sua versione interpreta e sostiene i pensieri e le azioni coloniali di Rochester, viste dalla prospettiva dei creoli bianchi che erano stati sfollati da una nuova ondata di colonizzatori. I creoli dalla Eyre erano stati presentati  in accezione negativa. Gli inglesi li definiscono negri bianchi, considerandoli un incrocio inferiore, i caraibici mutuano questa espressione e ciò che sottende, invidiando la loro ricchezza.

Pubblicato nell’ Ottobre 1966 quando l’autrice aveva 65 anni, Il libro non ebbe una stesura semplice perché durante una lite con suo marito la Rhys  distrusse il primo manoscritto. Il racconto è ambientato in Jamaica negli anni successivi all’emancipazione degli schiavi, 1934. L’identificazione e la nominazione del mare dei Sargassi sono inestricabilmente collegate con la storia del Colonialismo. Il mare è un tratto dell’oceano Nord Atlantico che si estende fra l’India occidentale e le Azzorre. Rappresenta il centro di gradi correnti oceaniche e quindi è molto difficile da navigare, proprio come è faticoso affrontare la situazione umana nel libro.

Punto saliente del testo è l’ossessione per il possesso, Rochester ostenta nel possedere la moglie, fisicamente ed economicamente, anche quando non l’ama più.

Antoinette cerca di rinnegare il suo passato, non si riconosce come una creola pazza, ha zittito il mondo caraibico dentro di sé, ma allo stesso tempo ama i luoghi della sua infanzia.

Il testo è articolato in tre parti. La I parte è scritta adottando una voce autobiografica. Antoinette, parla degli eventi che pongono fine alla sua infanzia. La sua paura di sposarsi  con un inglese, forte dell’esperienza negativa della madre.

Nella II parte cambia la voce narrante è Rochester a parlare. Inizia con la realizzazione del suo matrimonio. Il coniuge è vittima della cultura patriarcale del padre, che gli combina un matrimonio di convenienza per garantire il suo sostentamento. Ciò sta a significare che la povera donna, con l’unione, ha perso ogni diritto alla parola.

La III parte è la più breve ma anche la più complessa. Parla Grace Poole, che in J. Eyre era la domestica ubriaca e la sorvegliante della creola. Dopo un po’ riprende la parola Antoinette, la quale non riconosce più se stessa, nella sua mente avviene una completa rottura, dà segni di schizofrenia ed appare molto impaurita.

Il libro esplora la negoziazione dello spazio fra il pubblico e gli interpreti, la salute e la pazzia, l’ aspettativa e il suo adempimento, l’azione e la stasi.

La personalità della Rhys si riflette su di Antoinette. La scrittrice amava l’alcool e diceva cose terribili quando era ubriaca, ma era anche una donna che amava vestirsi bene. Il lettore percepisce che la vera Antoinette si manifesta quando s’ubriaca e colpisce suo marito, mentre la ragazza col vestito bianco che si specchia, non è ugualmente parte di quello che è la protagonista.

E’ un testo gotico, dove l’enfasi si esprime nel riconoscimento dei misteri. L’insicurezza narrativa del romanzo molesta l’immaginazione del lettore, i morti viventi, gli zombie, non sono vittime dei vampiri ma del colonialismo.

La storia non parlata degli esseri umani che sostengono senza pietà di possedere gli uni gli altri nella schiavitù, matrimonio, maternità o paternità è l’argomento che ossessiona il romanzo. Come le parole che Antoinette rivolge al marito :

"Alcune cose accadono e sono lì per sempre, anche se tu dimentichi quando e perché."